Bologna Lucia e Rebecca sono nate a fine giugno. Via libera dal Tribunale

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  1. 'tellissima'
     
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    Bologna Lucia e Rebecca sono nate a fine giugno. Via libera dal Tribunale
    Siamesi con un solo cuore I medici prendono tempo
    La separazione provocherà la morte di una delle due

    BOLOGNA - Quando sono nate, il giovane padre era lì e l' hanno visto sospirare e sorridere. Le due gemelline siamesi che l' équipe medica del Sant' Orsola di Bologna stava monitorando da mesi nella pancia della mamma erano finalmente venute alla luce. Quel giorno di fine giugno non hanno neppure fatto in tempo a vagire perché sono state subito intubate, ma bisogna immaginare qualcosa di molto piccolo, non tubi, cannucce. Due chili e mezzo in tutto, una spanna di lunghezza e quella mostruosa anomalia: un solo cuore, grande come una noce, un solo fegato, una parte di intestino in comune e il tronco che le univa e le unisce. Perché Lucia e Rebecca hanno già tre settimane e pesano ora quasi 3 chili e mezzo. Sono figlie di una giovane coppia dell' Emilia-Romagna che le ha desiderate nonostante fosse a conoscenza dell' immenso problema a cui andavano incontro. Per loro, buoni cattolici, Rebecca e Lucia sono comunque un dono di Dio, due amorevoli batuffoli. Per la quarantina di dottori e la decina di infermieri che stanno seguendo e studiando il caso, si tratta di un fenomeno scientifico unico e terribilmente complesso: gemelle toraco-onfalopaghe, fuse nel torace e nell' addome. «Per me è come un frutto immaturo», ha semplificato ieri il primario Mario Lima. A lui è stata affidata la regia del caso Rebecca-Lucia. Le sue non saranno decisioni facili da prendere. Perché una delle due dovrà necessariamente «soccombere» per mano medica, nel tentativo di salvare almeno una vita. Rebecca o Lucia: «Quando il quadro clinico peggiorerà al punto di mettere in pericolo la vita di entrambe, opereremo per dare la possibilità di non morire a una della due». Cerca parole delicate, il primario, ma la scelta è quella ed è dura: chi uccidere? A chi dare un' altra possibilità? E qui naturalmente la faccenda si complica e si mescola alle questioni morali, etiche, culturali e anche tecniche. «Bisognerà scegliere sulla base delle probabilità di sopravvivenza». Anche qui, termini misurati. La sostanza è ancora una volta pesante: vivrà, se vivrà, la bimba più forte. E anche per la «fortunata» le probabilità di resistere sono esili: venti per cento. Insomma, una vicenda palpitante, dove pare che i soli a mostrarsi sereni siano i due ragazzi, come li ha chiamati il professor Lima. «Sono straordinariamente coraggiosi, quieti e direi anche felici. Hanno qualcosa da insegnare questi giovani», ha precisato tradendo un po' le sue idee in merito alla morale. Il papà e la mamma hanno deciso di non interrompere la gravidanza. «Per la vita», ha rilanciato lui, che è già intervenuto sulle gemelline per sistemare l' intestino, troppo gonfio e alto. Nei prossimi giorni toccherà al cuoricino: «Dev' essere più resistente perché loro possano crescere di peso. Vogliamo posticipare il più possibile il giorno dell' inevitabile separazione». Da Roma Ignazio Marino, chirurgo e presidente della commissione parlamentare d' inchiesta sul Servizio sanitario, fa sapere: «Personalmente non me la sentirei ad intervenire, già sapendo che una bambina sarebbe sacrificata». Fin qui l' aspetto emozionale. Poi c' è il percorso amministrativo, non meno complicato. Sono stati interessati il Comitato di bioetica dell' Università e il Comitato etico indipendente del Sant' Orsola. Il primo si è espresso ieri: si dovrà intervenire solo quando il pericolo di vita è grave e immediato. È stato chiesto un parere anche al Tribunale per i minorenni e uno alla Procura della Repubblica della stesso palazzo. Entrambi hanno già detto sì: i genitori hanno la facoltà di dare un consenso e l' équipe ha il diritto di applicare il protocollo del Comitato. Tutto per quei corpicini in lotta per la vita. «Mi stanno togliendo il sonno». Andrea Pasqualetto RIPRODUZIONE RISERVATA **** Dal Perù a Palermo I precedenti 1 null Un altro caso in Sicilia 2 Le sorelline dell' Arizona 3 Nel 2000, Marta e Milagros (sotto, foto Ansa) , peruviane di 4 mesi con un unico cuore e due ventricoli, muoiono a Palermo, durante l' intervento. Molte le polemiche: l' operazione doveva salvarne solo una Nel 2001, a Palermo, nascono Sara e Maria Eleonora. Le due bambine condividono cuore e fegato. È il caso più simile a quello di Bologna. Muoiono a 3 mesi, prima di essere operate Nell' agosto del 2010, le gemelline americane Emma e Taylor Bailey, 4 anni e un solo cuore, muoiono durante un' operazione preliminare a quella per il doppio trapianto cardiaco. La scheda Il quadro Le sorelline sono nate al policlinico di Bologna Sant' Orsola-Malpighi a fine giugno. Il peso complessivo alla nascita era di 2,5 chilogrammi, mentre adesso è salito a 3,450. Hanno in comune fegato, intestino e cuore, che ha una malformazione L' intervento Il Comitato Etico del policlinico darà l' ok alla separazione solo in caso di pericolo. La bimba più debole non resisterebbe, l' altra avrebbe il 20% di possibilità di sopravvivere.
     
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4 replies since 21/7/2011, 13:35   254 views
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